Le coperture costituiscono le strutture terminali di un edificio, ed assolvono principalmente le funzioni di chiudere architettonicamente l'edificio e di proteggerlo dagli agenti atmosferici, ma devono altresì garantire l’isolamento termico ed acustico, il convogliamento delle acque meteoriche verso apposite pluviali di discesa, e -al pari dei solai in generale- la stabilità strutturale.
Possiamo classificare le coperture in base a varie metodologie: secondo la loro tipologia strutturale (ad arco, a cupola, a capriata, a falda, ecc.), in base al materiale usato (legno, acciaio, cemento armato, ecc.) o anche per il tipo di manto impermeabile adottato (in cotto, in pietra, in rame, in materie plastiche o gommose, ecc.).
Le forme di copertura più adottate per la maggior semplicità strutturale e quindi maggior facilità costruttiva, sono quelle a falde separate, con pendenze anche diverse da falda a falda; e.quelle a padiglione, con falde a pendenza costante e gronda ad altezza costante. Le principali soluzioni sono riassumibili in:
- copertura a falda unica;
- copertura a capanna;
- copertura a falde interne, con compluvio centrale o eccentrico;
- copertura a capanna con teste di padiglione;
- copertura a padiglione;
- copertura a falde disuguali, eventualmente con interposta cartella (ricavata lungo la parete portante grazie alla differente pendenza delle falde).
I criteri che portano a scegliere una data soluzione anzichè un'altra sono di carattere statico (ad esempio, la presenza di un muro di spina non centrale porta di conseguenza ad una copertura a due falde disuguali e, se si preferisce evitare la cartelIa, anche con diversa pendenza), abitativo (sottotetto abitabile, a mansarda, non abitabile), legato alle caratteristiche climatiche locali, ed anche estetici.
Le tipologie costruttive più diffuse di copertura sono:
- il tetto a terrazza, strutturalmente assimilabile ad un normale solaio maggiorato, al suo estradosso, sempre dalla presenza di un manto isolante. Questo tetto può essere praticabile, se è fornito di una comoda scala di accesso, di una adatta pavimentazione, di un sicuro parapetto sul perimetro esterno, se privo di elementi pericolosi (antenne tralicci, strutture); oppure non praticabile se progettato per essere usato solo come copertura e non anche come spazio fruibile. Le coperture piane presentano sempre una piccola inclinazione (1-2%). Ottenuta tramite il “massetto delle pendenze”, al fine di consentire il deflusso delle acque meteoriche verso i tubi pluviali.
In linea generale, una copertura si compone di due parti essenziali :
- il manto di copertura, che può essere. realizzato con diversi materiali (per i tetti a falde inclinate: tegole -embrici/coppi, marsigliese, portoghese, canadese, in cemento…- o lastre –di piombo, di rame, di alluminio, di acciaio zincato, di resine sintetiche, di fibre impregnate con bitume…; per i tetti piani: impermeabile con asfalto, bitume, fogli sintetici elastici…, e rifinito con la pavimentazione) e che ha la funzione di impedire l'infiltrazione delle acque piovane;
- la struttura portante, che regge il manto di copertura, che a sua volta, a seconda del tipo di materiale, si suddivide in grossa e piccola orditura. La struttura portante può essere in legno (utilizzando, a seconda dei casi, puntoni, terzere e capriate per la grossa orditura; e i travicelli per l’orditura minuta); in ferro (spesso adottando per l’orditura principale capriate “polonceau” o “inglesi”); in cemento armato (adottando le tecniche costruttive dei solai).
Invitiamo, chi volesse approfondire l'argomento in questione, di leggere l'articolo "La forma del tetto", redatto in PDF e consultabile cliccando QUI.
fonte: LeMonnier, “Tecnologia delle costruzioni”