Un impianto idraulico si suddivide, in linea generale, in due principali tipologie:
- adduzione e distribuzione dell'acqua potabile (fredda e calda), proveniente da acquedotto o serbatoio;
- scarico delle acque sporche, in fognatura comunale, o, in assenza, in pozzo nero. Tali acque sono ulteriormente suddivise in acque bianche (p.es, lavelli, lavabi... nonchè le meteoriche) ed acque nere (liquami).
Lo schema più semplice e razionale per servire i vari punti di erogazione dell’acqua in un edificio, è quello composto da colonne verticali di maggiore sezione e reti di distribuzioni orizzontali ai vari piani.
Le tubazioni delle reti di piano possono essere in rame, rivestito in materiale plastico, o in pvc.
Le colonne montanti, di sezione via via decrescente verso l’alto, possono essere in acciaio zincato tipo Mannesmann, in rame o in pvc; esse sono collegate al piede da un distributore inferiore secondo uno schema aperto oppure ad anello.
Per la distribuzione di piano è preferibile la cosiddetta distribuzione a collettore. Ogni punto di erogazione è servito singolarmente da un proprio tubo, posato in soluzione unica senza giunzioni, che parte da un collettore centrale di distribuzione ed arriva alle singole utenze. In tal modo:
I collettori devono essere posizionati in una cassetta dedicata, in un punto facilmente accessibile per facilitare le eventuali operazioni di manutenzione. Nella stessa cassetta vanno posti un collettore per l’acqua calda ed un collettore per l’acqua fredda
- Si evitano le giunture, scongiurando eventuali perdite, che quindi non possono esserci;
- Si installa velocemente e semplicemente l'impianto, riducendo i tempi e i costi di posa;
- La chiusura di un utenza non pregiudica il funzionamento delle altre.
Il dimensionamento e la realizzazione di una rete idrica vanno eseguiti in accordo con la norma UNI 9182/2010 ("Impianti di alimentazione e distribuzione d'acqua fredda e calda - Criteri di progettazione, collaudo e gestione ") e il corposo foglio di aggiornamento FA-1, ai quali si rimanda per tutti i dettagli relativi ai criteri tecnici ed i parametri da considerare per il dimensionamento delle reti di distribuzione dell’acqua destinato al consumo umano, ai criteri di dimensionamento per gli impianti di produzione, distribuzione e ricircolo dell’acqua calda, ai criteri da adottare per la messa in esercizio degli impianti e gli impieghi dell’acqua non potabile e le limitazioni per il suo impiego.
In entrambi i casi, a livello domestico, l'acqua ha bisogno di essere "canalizzata" per mezzo di uno specifico impianto (quello idraulico, appunto), il cui scheletro principale è costituito dalle tubature.
A tal riguardo, il lettore interessato può consultare anche la pagina "Tipologie di tubi e giunzioni", in cui indichiamo le principali tipologie di tubi ed i relativi metodi di giunzione. La pagina è disponibile CLICCANDO QUI.
Impianto di carico (adduzione e distribuzione dell'acqua)
Gli impianti di scarico sono di due tipi: a doppio tubo, cioe' con un doppio sistema di scarico che tiene separate le acque nere (liquami, WC) dalle bianche (lavandino, bidet, lavatrice...), oppure a tubo singolo nel quale confluiscono sia le acque nere sia quelle bianche.
Lo scarico a doppio tubo offre il vantaggio di una maggiore igienicita': essendoci due tubi separati non e' possibile il riflusso delle acque nere, nè del loro sgradevole odore, attraverso gli scarichi dei lavandini, bidet e vasche da bagno. Lo scarico monotubo e' adottato di solito nei condomini e nei grandi complessi edilizi, dove i bagni e le cucine degli appartamenti sono sovrapposti.
La normativa vigente prevede che le reti di scarico possono essere realizzate con tubazioni in ghisa, piombo, gres, calcestruzzo, materiale plastico, acciaio zincato, acciaio rivestito. Oggigiorno si registra un ricorso massiccio alle tubazioni in materiale plastico, la qualcosa ha velocizzato la relativa posa in opera, nonché ha permesso di contenere sensibilmente i costi. Le materie plastiche maggiormente utilizzate per la realizzazione delle condotte di scarico sono il PVC, il polipropilene, il polietilene ad alta densità.
Il collegamento tra le singole apparecchiature igieniche e le condutture di scarico è costituito da un tubo ricurvo (in metallo, plastica o PVC) detto sifone, caratterizzato da una forma ricurva a forma di “pera”, “ U”, oppure “S”, all'interno del quale rimane sempre un pò d'acqua che impedisce il ritorno e l'uscita degli odori sgradevoli. Tuttavia, proprio a causa della sua forma ricurva, il sifone rallenta il deflusso delle acque di scarico, favorendo il deposito delle sostanze in sospensione con conseguente ostruzione della condotta. I sifoni sono quindi sempre ispezionabili, in modo da poter asportare le sostanze che ne causano l'intasamento.
Nelle case singole e nelle villette che non possiedono un impianto di fognatura collegato alla rete di scarico pubblica, l'eliminazione delle acque nere avviene attraverso consutture che scaricano in uno speciale serbatoio, chiamato "fossa settica" oppure "pozzo nero". Nella fossa settica è presente uno speciale dispositivo di depurazione, mentre il pozzo nero è uin serbatoio a tenuta stagna che deve essere periodicamente svuotato.
L’impianto di scarico comprende le diramazioni di scarico ed è costituito da:
1: Impianto di carico e scarico
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Inoltre, siffatta norma stabilisce, tra le altre cose, gli spazi minimi da adottare tra gli apparecchi sanitari di un bagno, che sono: