La realizzazione di cornici decorative, espressione di vari stili architettonici, ha rivestito sempre un certo fascino nell’architettura sia passata che moderna. Fino a poco tempo fa la realizzazione delle matrici per cornici veniva effettuata con metodi tradizionali, i quali portavano ad un'incidenza elevata sul costo di costruzione dell’opera, tanto da pregiudicare la possibilità esecutiva di tali decorazioni su opere di modesta entità.

        Oggi, grazie alla sempre maggiore diffusione del polistirene EPS, è possibile letteralmente "modellare" facilmente il calcestruzzo, per mezzo di matrici, che, in un solo prodotto racchiudono facilità, semplicità e versatilità nonché economicità per la realizzazione di qualunque tipo e forma di cornici lineari o a piccola curvatura, con la realizzazione di pezzi speciali per la formazioni di angoli.




         Le matrici vengono prodotte, generalmente sotto precisa richiesta del cliente il quale fornisce il disegno della sagoma della cornice: da tale sagoma, attraverso macchine CAM a controllo numerico, viene lavorata la cornice per una lunghezza modulare di 2 / 2.5 mt. Con l'ausilio della pianta architettonca, vengono realizzati i pezzi speciali quali angoli e curve a modesta curvatura. La sagoma della cornice può essere altresì scelta da specifici campionari, già ad-hoc precostituiti, con determinate forme e dimensioni.
        Nel corso di questi ultimissimi decenni, diverse aziende si sono particolarmente specializzate nella produzione di tali matrici, fornendo al committente (ovvero alla Ditta esecutrice) tutto il "necessaire" per poter adeguatamente ottenere i profili desiderati, sulla base dei disegni progettuali. Una di queste ditte è la PoliSud, autrice delle matrici "Polidecor".

       Le matrici Polidecor vengono realizzate in polistirolo espanso ad alta densità, generalmente 25 Kg/mc. Ciò non toglie che è possibile secondo i casi d’impiego avere densità più alte 30-35 Kg/mc o più basse 20 Kg/mc. La densità d’impiego viene scelta in funzione della ripetività dell’uso e della grandezza della forma.
        La posa in opera non richiede particolari maestranze in quando l’elemento PoliDecor è parte terminale del getto in calcestruzzo.
        Per esempio, se vogliamo realizzare un cornicione sotto un balcone o modellare un interpiano noi estenderemo la casseratura per una lunghezza pari alla base della cornice più lo spazio tecnico per realizzare la sponda di contenimento, posizioneremo la matrice in EPS dopo averla trattata con disarmante gelatinoso o saponoso, operazione importantissima, ed effettueremo il getto; al disarmo delle sponde ci ritroveremo la parte in calcestruzzo modellata.
        La buona riuscita dell’operazione è funzione della granulometria presente a ridosso della cornice, dell’attenzione con cui si è trattata la superficie di polistirolo (o polistirene espanso sinterizzato); più tale operazione è meticolosa più la superficie del calcestruzzo sarà regolare e la matrice sarà riutilizzabile. Può essere usato qualsiasi disarmante gelatinoso che non contenga solventi come i diluenti per vernici, acetone, benzina, gasolio, acqua ragia questi ultimi prodotti attaccano l' EPS.
        E' consigliabile disporre piccole quantità di armatura nel caso che la matrice superi certe dimensione in modo da offrire un valido ancoraggio del cornicione alle strutture portanti ed anche per evitare il ritiro del calcestruzzo che inevitabilmente porterà delle fessure sulla superficie.

        Una efficiente vibrazione del calcestruzzo e bassi dosaggi acqua/cemento in fase di getto eviterà spiacevoli inconvenienti specialmente in situazione di cornici con spigoli con angoli molto acuti o raggi di curvatura piccoli.
        Gli elementi che possiamo realizzare in una matrice sono: il listello, l’ovolo, il guscio, il toro, il tondino, gola diritta e rovescia, becco di civetta, Scozia nella loro più fantasiosa combinazione. Ovviamente, volendo rispettare un ben preciso ordine architettonico, tali elementi hanno una successione e dimensione ben definita.

        Ad esempio, nell’ordine toscano si distinguono in successione la gola rovescia, il listello, tondino e l’ovolo. Noi suddivideremo le matrici secondo l’elemento curvo predominante, nella fattispecie, nella cornice; per cui avremo le matrici tipo ovolo, guscio, gola diritta e gola rovescia. Si precisa che non esiste nessuna limitazione costruttiva, per cui sono possibili tutti i tipi di modanatura.
        Il sistema PoliDecor offre la possibilità di realizzare in modo semplice colonne in c.a. a decorazione esterna secondo esigenze, dalla semplice forma circolare a quella più complessa con varie sfaccettature e/o curvature. (Si riporta a fianco un esempio sia di colonna che di capitello).

        Il capitello per colonne che non superano gli 80-90 cm di diametro è attualmente realizzabile esclusivamente quadro a spigoli vivi, non è possibile se non con certa pazienza in fase esecutiva modellare capitelli circolari. In alcuni casi molte aziende danno come riferimento anche la forma circolare stretta (raggi di curvatura piccolo (0.5-1 m) queste tipologie sia di matrici e quindi capitelli non sempre assicurano risultati ottimali anche se in fase esecutiva si è stati parsimoniosi nella realizzazione del supporto per la cornice. Il più piccolo raggio di curvatura per una lavorazione ottimale non dovrebbe scendere al di sotto del 2 m.
        Molto importante, in questi tipi di lavorazione, la stesura del disarmante gelatinoso, al fine, sia del recupero della casseforma che alla precisione degli spigoli.

        La casseforma è dotata di due listelli che vanno estratti dall’alto e poi si tende ad aprire la casseforme verso l’esterno ruotando la stessa in senso orario o antiorario.
        Si precisa che la parte da estrarre per prima è contrassegnata dagli spigoli smussati. Questo perché essendo le casseformi perfettamente simmetriche possono essere impiegati in qualsiasi verso. Per ciò che riguarda la coincidenza del listello, nel montaggio dei vari pezzi, essa viene facilitata dalla linea di chiusura, la quale dovrà essere continua su tutto il lato. In fase di getto, è necessario, vincolare adeguatamente la casseforme in EPS, la metodologia consigliata è la realizzazione di 4 angolari con tavole da 10-15 cm e la formazioni di cravatte secondo l'impiego classico. Sicuramente il distanza fra le cravatte è in funzione del diametro della colonna.
        Per diametro superiori a 40 cm è consigliabile posizionare al centro, fra gli angolari, un'altra tavola in longitudinale, con particolare cura alla facciata contenente la linea di chiusura. Da non dimenticare l'uso di un appropriato disarmante per facilitare il disarmo, ottenere facciate perfette e recuperare le casseformi.


fonte: PoliSud - PoliDecor
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