In questi anni muore, e forse per sempre, quella grande tradizione d’arte lignaria che fin dal Medioevo aveva disseminato la storia di grandi capolavori.
        Ora più che al singolo artefice l’esecuzione di un modello è demandata al designers o a architetti - sovente di fama internazionale - come Le Corbusier o Alvar Aalto, ne mancano volgarizzazioni di moduli stilistici viennesi secessionisti elaborate da disegnatori finlandesi, rigorosamente eseguite in scala industriale. Il pubblico fin da questi anni è plagiato dai mass media che a tavolino elaborano il successo di una linea o di una marca, all’insegna di arredi diremmo oggi “griffati”, ma sovente tutt’altro che comodi e funzionali e spesso di moda resa effimera, non appena per esigenze produttive si è pronti a lanciare sul mercato nuove illusioni medianiche.
        In Italia il Liberty “Floreale” trovò tarda diffusione, conseguendo solo raramente contributi e apporti degni di un qualche rilievo internazionale. La prima opera significativa data al 1901: è Palazzo Castiglioni a Milano, ideato dall’architetto Giuseppe Sommaruga, ispirato alla corrente Art Nouveau francese.
        Le luci poi sono diffuse in modo che non vi sia neanche un angolo al buio e in modo che l’ambiente risulti omogeneo. Anche le finestre sono ampie in modo che la luce naturale si integri a quella artificiale ma sono presenti tende più o meno oscuranti caratterizzate dalla possibilità di creare giochi di luce e figure geometriche. Le tende spesso sono utilizzate anche come divisorio per le stanze particolarmente ampie moltiplicando così ancora il gioco degli spazi.




        Stile Liberty. Verso la fine dell''800, si registra, quasi improvvisa, una generale protesta contro l’Accademismo Eclettico imperante, deridendo i goffi plagi degli stili del passato e la produzione di massa, contribuendo a diffondere i primi germi di una nuova estetica.
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        Il periodico Die Jugend fondato da Georg Hirth nel 1896 fu il battistrada che indicò per primo il Jugendstil (Stile Giovinezza), che nei fatti anticipa la grande stagione del Liberty. In Inghilterra trovò facili radici nel movimento Arts and Craft con particolare vocazione a esaltare le tradizioni artigianali sopravvissute all’industrializzazione massificante, mentre la Scozia con C. R. Mackintosch seguì sperimentazioni del tutto indipendenti. Altro centro di primario interesse per la codificazione del nuovo spirito moderno fu Vienna, con Klimt e Olbrich che nel 1897 vararono la Secession Art.
        Di grande portata, anche se tardivo, fu il contributo della Francia, nella figura di Emile Gallé. Questi ravvivò il mobile di intarsi squisiti, talvolta bizzarri ma sempre in ossequio alla natura, ora assunta a protagonista indiscussa dell’equilibrio tra uomo e creato. Ridusse al minimo le finiture bronzee, nei suoi mobili già resi mirabili da una sperimentazione formale che teneva conto anche delle modificazioni delle onde luminose.
        Altre nazioni parteciparono attivamente alla creazione di fermenti Liberty, si pensi agli stati tedeschi con personalità di punta come Bernhard Pankok, August Endell o Joseph Hoffmann, al Belgio con Gustave Seurrier-Bovy o con un gigante come l’architetto-designer Henry van de Velde, capace di inventare arredi che ancor oggi sono di una modernità più che attuale, la Spagna trovò in Antonio Gaudì il suo interprete più controverso e fantasioso
        Concludendo, si sintetizza che il Liberty si sviluppa tra il 1895 ed il 1918, e, in particolare:
        - Tra il 1895 e il 1910 ebbe vasta eco mobilia orientata alle mode imposte in Francia, con arredi informati al gusto floreale-naturalistico, caratterizzati da formulazioni stilizzate e agitate da linee a “colpo di frusta” o “a nuvola di fumo”, mentre il decoro si mantenne sempre su elaborazioni floreali e più raramente zoomorfe;
        - Tra il 1910 e il 1918, il gusto mutò radicalmente, venne ridotta al minimo l’applicazione di intagli floreali e la volumetria della mobilia si concentrò in direzione di un moderato linearismo geometrico.
        Art Nouveau. Lo stile Liberty, in Francia assunse il nome di Art Nouveau, in Austria di Secession Art, in Germania di Jugendstil, in Inghilterra di Modern Style, in Spagna di  Arte Joven,  in  Italia di Floreale.  Il termine Liberty mutua  la sua dizione  da un negozio aperto a Londra da Arthur Lasenby Liberty nel 1874, specializzato nella diffusione di oggetti provenienti dall’Estremo Oriente e nella produzione di stoffe e tessuti, il cui tratto peculiare era caratterizzato da disegni stravaganti e d’avanguardia. L’insegna “Liberty and Co.” di questa ditta divenne ben presto sinonimo di bizzarro, curioso, anticonvenzionale, per estensione questo concetto fu poi utilizzato per designare tutto quel periodo artistico, in senso ovviamente dispregiativo.
        I mobili hanno linee curve e morbide, che possono improvvisamente farsi asimmetriche e svettanti. Appaiono motivi floreali, viticci che si aggrovigliano, mazzi di fiori stilizzati, foglie, germogli, animali eleganti e sinuosi come il levriero, la farfalla e la libellula.
        Art deco'. Il nome di questo stile eclettico è derivato per estrema sintesi dalla dizione Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne, tenutasi a Parigi nel 1925. Tra le atre cose, l'Art Deco' è caratterizzata dall'uso di materiali come l'alluminio, l'acciaio inossidabile, lacca, legno intarsiato, pelle di squalo o di zebra, con uso massiccio di forme a zigzag o a scacchi, e curve vaste (diverse da quelle sinuose dell'Art Nouveau), motivi a 'V' e a raggi solari.
        Questo stile produce sia manufatti di altissima classe, sia oggetti accessibili a tutti. È caratterizzato da figure femminili dalle chiome fluenti e dal corpo esile, da levrieri, fontane zampillanti, cervi, stelle e rigogliosi grappoli d'uva. I decori sono stilizzati e inseriti ad intarsio su legni pregiati come l'ebano, il mogano e il palissandro.
        Le varie correnti artistiche d’avanguardia (Cubismo, Futurismo, Strutturalismo) in questi anni si sovrapposero l’un l’altra in sinergiche competizioni di reciproco interscambio. Ne mancano forme d’eclettismo revisionista, ben percepibile nella mobilia firmata da Paul Follot, adorna di sculture, applicazioni bronzee, tarsie, con marcati richiami a tematiche Luigi XVI, la produzione riconducibile all’attività dell’architetto André Vera coniuga il Neorococò, Emile-Jacques Ruhlmann attinge a moduli di evidente lessico Impero.
        Precipuo nell’Art Déco è il modulo a disposizione simmetrica, la ricerca di sperimentare materiali prestigiosi (legni pregiati, marmi, ori) l’insistito orientamento inteso a indagare la semplificazione delle forme.
        Dagli Anni Trenta e a seguire, l’innovazione della scoperta dell’acciaio inossidabile (già messa a punto nel 1925 da Marcel Breuer a Weimar con l’introduzione di arredi in tubolari d’acciaio piegato) soppianta la consuetudine all’uso di altri materiali, diffondendo nell’arredo l’uso di solide e schematiche strutture tubolari, sinonimo di una cultura figurativa moderna, che prefigura il futuro sviluppo dell’architettura e del disegno industriale.
        Se nello stile precedente la manualità artigianale era stata una condizione sine qua non ora si è tornati ad affermare il predominio e la necessità di servirsi di mezzi meccanici seriali, come pretende a grandi numeri la clientela nella sua stragrande componente di massa; solo in rade occasioni e per committenza di capaci possibilità economiche si giunge a creare manufatti di particolare interesse estetico.
        Il Moderno. La velocità con cui cambiano i tempi e le mode, la frenesia della vita quotidiana, l'entusiasmo per la rinascita del dopoguerra, trova nel mobile uno specchio fedele. Forme nuove, a volte assolutamente slegate da qualsiasi funzionalità, altre volte srupolosamente attente alle esigenze della persona, invadendo le nostre case: pezzi unici di architetti famosi o multipli prodotti di grande serie, ma sempre ventate di innovazione ed entusiasmo.
        L’arredamento moderno si contraddistingue dagli altri stili per l’utilizzo di materiali sintetici e superfici tecnologiche. Il minimalismo delle forme rendono questo arredo freddo ma molto elegante e pulito nelle linee.
        I mobili dell’arredamento moderno sono caratterizzati da linee geometriche ben delineate e pulite dove vi è spazio però anche per linee più sinuose e morbide capaci di smorzare la sobrietà dell’ambiente con un minimo grado di familiarità. Le superfici sono lisce e lucide sia quelle dei mobili che quelle dei pavimenti grazie alle quali gli spazi si allargano. Lo spazio non è più solo qualcosa da riempire ma anzi dovrebbe essere lasciato quanto più libero possibile perchè l’ordine può essere ottenuto solo grazie all’essenzialità.
        Lo stile moderno vorrebbe ambienti ampi arredati con pochi mobili e colori scuri eleganti e sobri. Non mancano ovviamente le macchie di colore o le forme stravaganti.
        La camera da letto, il soggiorno, la cucina, il bagno sono dotati di accessori e complementi di arredo che rappresentano veri pezzi di design, caratterizzati da colori accesi e forme strane tanto che spesso la loro funzione è difficile da comprendere. Ma nulla viene lasciato al caso in questo stile di arredamento e anche questi accessori pur trovandosi in contrasto con i mobili presenti riescono a fondersi con l’ambiente circostante in un modo quasi sorprendente.
        Design e mobile in Italia. La progettazione di arredamenti e di un mobile, specie se di stile innovativo o ricercato, ha sempre rivestito grande importanza. Grandi disegnatori e grandi architetti hanno disegnato i più bei mobili che conosciamo. È però dalla fine degli anni cinquanta del Novecento che i designer sono diventati sempre più presenti, importanti e necessari ad un'industria del mobile che, pur realizzando una produzione di massa, punta ad un prodotto e ad un'immagine di qualità.
        In Italia, si è affermato - anche a livello internazionale - uno stile, un'industria e vari "designers" che hanno dato corpo e lustro ad un settore caratterizzato da punti di concentrazione produttiva localizzata in alcune aree: Brianza, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Valdelsa con Poggibonsi, Valdera con Ponsacco, Cascina, Pesarese.
        fonti: Abacus-arte; Comequando
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5: Dal Liberty al Moderno
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Dalla Restaurazione all'Eclettismo storicizzante         -         Dal Liberty al Moderno
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