4: Difetti delle murature e soluzioni
Per le altre schede, clicca sui seguenti pulsanti numerati :
Con il termine “efflorescenze” si intende la migrazione alla superficie della muratura di sali di vario tipo che, trasportati in soluzione dall’acqua, quando questa evapora a contatto con l’aria, cristallizzano, formando sulla faccia del muro macchie di dimensioni variabili, più o meno aderenti. Spesso non sono che manifestazioni passeggere sulla muratura appena terminata; ma se questa continua a ricevere sali minerali (ad esempio dal terreno, dalle strutture in calcestruzzo retrostanti, da precipitazioni inquinate) possono anche diventare croniche.
I danni sono soprattutto estetici, ma in alcuni casi possono disgregare malta e mattoni. Per evitare il loro insorgere occorre controllare i materiali, isolare bene il muro dal terreno, dotarlo, se possibile, di uno sporto di gronda ed assicurare ad esso un efficace regime di allontanamento dell’umidità.
I sali che provocano le efflorescenze possono essere già presenti nel muro (nei mattoni o nella malta), oppure possono formarsi per la combinazione di un acido con una base durante la sua costruzione, in occasione di una sua eventuale pulizia o per altre cause intervenute nel corso della vita del muro stesso; prevalentemente però si manifestano nella “prima gioventù” della muratura.
Nel capitolato di appalto si dovrà richiedere, per le forniture di malta e mattoni, l’assenza, certificata, di sali efflorescenti, mentre per l’esecuzione si dovrà imporre che non venga adoperato nessun additivo nella malta senza un’esplicita autorizzazione della direzione lavori, così come si dovrà esigere che l’immagazzinamento dei materiali avvenga in modo da evitare che essi possano venire a contatto con sostanze contenenti sali efflorescenti.
L’umidità non è in sé una patologia, ma può essere la causa di molti inconvenienti (efflorescenze, macchie, cedimenti, ecc.), che è bene prevenire. Un muro in mattoni ben progettato e ben eseguito non avrà mai un grado di umidità tale da generare delle patologie; l’acqua dovrà essere tenuta lontana soprattutto dalla testa e dal piede del muro.
- Se la copertina è priva di gocciolatoio, il muro si sporcherà, e sarà maggiormente soggetto alle patologie indotte dall'umidità. La copertina, con qualunque materiale venga fatta, deve essere sporgente e deve avere un comodo ed efficace gocciolatoio. Una soluzione “a filo” può essere adottata soltanto quando si abbia la certezza che il muro sarà comunque riparato dalla pioggia, o quando il clima e l’orientamento lo consentano.
- I pluviali non dovrebbero mai scaricare direttamente nel terreno, in adiacenza della muratura, poiché in questo modo si predispone la muratura stessa allo sviluppo di svariate patologie (efflorescenze, muffe, o addirittura cedimenti di fondazione per dilavamento).
- È necessario che alla base del muro la pavimentazione abbia una pendenza in grado di allontanare l’acqua.
- Si può staccare la muratura dal terreno ricorrendo ad una base in calcestruzzo, meno permeabile del laterizio (e che è anche più facile da pulire).
Le muffe si manifestano, su muri umidi, come macchie scure, ma anche verdi, gialle o rosse. Per eliminarle sarà sufficiente assicurare un efficace sistema di allontanamento dell’acqua dalla muratura.
La copertina del parapetto, senza gocciolatoio, mantiene il muro sempre umido e coperto di muffa.
Il doccione da cui sgronda il terrazzo, poco sporgente, rovescia sul muro sottostante sporco e fuliggine.
Se il marciapiede ha una pendenza verso l’esterno insufficiente, e la base del muro, pertanto, rimane a lungo umida, si avranno condizioni propizie allo sviluppo di muffe.
La pioggia cade liberamente sul bordo di questa scala scoperta, rimbalzando sul muro sul quale, in assenza di sole, resta ad alimentare lo sviluppo di muffe.
Alcune piante, come l’edera, che spesso aggiungono bellezza agli edifici, impedendo il soleggiamento del muro e limitandone la ventilazione, possono causare alcune patologie legate alla umidità; alcune piante addirittura affondano le loro radici nelle commessure degli elementi di facciata, tendendo a sconnetterli.
Quando sulle superfici esterne dell'edificio sono presenti fessure o cavità, in esse si possono depositare spore e semi.
Se il muro è umido, se sono presenti dei sali minerali e se il pH è alcalino, si avranno le condizioni ottimali affinché le piante si sviluppino, impiantando sottili ma robuste radici nei giunti.
Queste radici secernono sostanze organiche che disgregano le malte, si vanno gradualmente ingrossando, agiscono come cunei che dislocano o rompono i conci, creando ulteriori spazi per lo sviluppo di altre radici.
Il muschio, piccola pianta che non produce né fiori né frutti, ma solo spore, cresce in luoghi ombrosi e umidi; ha bisogno di pochissimo nutrimento e contribuisce a trattenere l’umidità; può pertanto favorire o esaltare le altre patologie associate alla presenza di acqua.
Esso è soprattutto un sintomo attestante che il muro non è sufficientemente asciutto: dove lo si vede comparire, è in genere necessario intervenire per eliminare la fonte di umidità.
I licheni sono organismi risultanti dalla simbiosi tra un fungo e un’alga, dove il fungo sostiene, protegge e fornisce d’acqua l’alga, la quale produce, attraverso la fotosintesi, tutte le biomolecole, quali DNA, RNA, carboidrati, ecc., necessarie alla sopravvivenza della pianta.
Il tallo (la parte che aderisce al supporto) sviluppa sostanze acide che possono erodere il substrato, danneggiandolo superficialmente. I licheni sono molto sensibili all’inquinamento, per cui sono rari in ambiente cittadino.
Il laterizio, ed in particolare il "faccia a vista", sopporta bene lo sporco, mascherandolo, grazie alle sue tonalità comunque cangianti, al contrasto con il colore dei giunti, alle variazioni di luce ed ombra provocate dai giunti stessi. Se, tuttavia, in un punto particolare se ne verifica un accumulo eccessivo, questo si vedrà e la sua pulizia, a causa dell’irregolarità della superficie laterizia, sarà molto difficile. Le macchie possono, inoltre, essere causate da gravi manchevolezze di progetto quali i ponti termici: questi tenderanno a segnare la muratura con chiazze di diverso colore, impossibili da eliminare se non si rimuovono prima le cause che le hanno generate.
Se non si progetta con efficacia il modo in cui l’acqua verrà allontanata da copertine e davanzali, c’è il rischio che essa coli dagli angoli sul muro, concentrando in una lunga scia tutte le impurità depositate sul piano superiore.
Un davanzale ben progettato dovrà prevedere, p.es., dei risvolti agli angoli, in modo da convogliare l’acqua lontano dal muro. Così sarà anche possibile coordinare lo spessore del davanzale (di norma 3 cm) con lo spessore di un corso di mattoni.
Occorre studiare accuratamente il modo in cui l’acqua viene allontanata da una finestra circolare, altrimenti alla base della stessa si formerà una vistosa colatura di sporco (tanto più evidente quanto più grande sarà la finestra).
L’inconveniente può essere evitato inserendo nella muratura, subito sotto la finestra, un contenitore di rame, munito di due alette, che raccolga l’acqua che dilava dalla finestra circolare e la convogli lontano dalla facciata.
I ponti termici, oltre a causare un inutile spreco di energia, portando l’umidità dell’aria a condensare a contatto con la muratura fredda, la mantengono umida, inducendo l’insorgere di patologie quali efflorescenze, muffe, distacchi.
I ponti termici mantengono la muratura umida in corrispondenza dei solai e delle colonne, modificandone la tonalità; i sali di cui il calcestruzzo è ricco trasmigrano così fino alla superficie del muro, dando luogo a efflorescenze persistenti.
Per evitare che il muro possa sfogliarsi o rompersi per colpa del gelo, occorre accertarsi che i mattoni siano dotati di un attestato che ne certifichi la resistenza (che la ditta produttrice è tenuta a fornire); è inoltre indispensabile mettere sempre in essere tutte quelle precauzioni che manterranno il muro in condizioni di tollerabile (e cioè bassa) umidità: scossaline, copertine, sporti di gronda, ecc.
I trattamenti idrorepellenti applicati a muro finito sono fortemente sconsigliati, in particolare le sostanze filmogene. Se per qualche ragione, tuttavia, si dovesse trattare il muro finito, bisogna accertarsi che il prodotto applicato sia impermeabile all’acqua, ma permeabile al vapore.
In presenza di umidità e di forti escursioni termiche, i laterizi non resistenti al gelo si degraderanno rapidamente.
Cedimenti, crepe, rotture, distacchi dei mattoni
Assestamenti di fondazione, dilatazioni termiche e vento possono portare alla formazione di crepe nelle murature, che oltre a essere brutte a vedersi, e a compromettere la statica del muro, se non dell’intero edificio, agevolano le infiltrazioni d’acqua e le dispersioni termiche.
Un cedimento in fondazione ha portato una parte del muro a scendere, e quindi ha provocato una seria lesione lungo la linea di minore resistenza.
In corrispondenza dei salti di sezione, o dove un muro di cinta incontra l’angolo di un edificio, molto robusto, è opportuno interrompere la continuità della muratura mediante un giunto (riempito con un sigillante elastico). In mancanza di simili accorgimenti, il giunto si formerà lo stesso, ma secondo una linea casuale, dando luogo a fessure, a rotture deimattoni, e quindi a infiltrazioni.
In muretti e parapetti in laterizio faccia a vista, l’ultimo corso, se non correttamente progettato, può staccarsi dal muro sottostante e rovinare in basso; la parte terminale di questo corso è particolarmente delicata e richiede un attento studio preventivo.
La terminazione di un muretto con una fila di mattoni di coltello, pulita edelegante a vedersi, se non adeguatamente eseguita, può portare a conseguenze tutt’altro che accettabili.
L’ultimo mattone andrebbe sostenuto da un’apposita zanca interna costituita da uno spezzone di barra filettata di diametro consistente superiore a Ø 12, in acciaio inox o zincato, inserita in un foro non passante nel primo mattone, e in un corrispondente foro che attraversi i successivi tre mattoni, fissata con tassello chimico. La malta va stesa con cura immediatamente dopo aver inserito il tassello chimico nei fori, poiché quest’ultimo fa presa in pochi minuti.
In alternativa, conviene terminare il muro con un pezzo speciale di maggiori dimensioni, coordinato dimensionalmente con il resto della muratura.
fonte: ANDIL Assolaterizi