La percezione giapponese del mondo è fatta di spazi, pause, silenzi. Il vuoto non è il nulla, il non essere, ma “la possibilità di tutti gli eventi, di tutte le cose: il vuoto è il massimamente pieno”; l'assenza ci mette in relazione con lo spazio, che altro non è il vuoto, così come il vuoto è la forma; il silenzio è quella condizione che ci permette di sentire l'anima delle cose.
L'arte del giardino giapponese ha una lunga storia ed è espressione fra le più distinte della cultura del giappone. Per i giapponesi non c'è alcuna separazione tra vita, arte e religione, così come non c'è distinzione tra natura ed uomo.
Il giardino giapponese è una vera e propria opera d'arte e come tale va osservato e contemplato. E' un'arte della composizione che deve manifestarsi il meno possibile come tale; è un'arte nascosta, dove “la capacità dell'artefice di celare i segni lasciati dall'intervento della sua mano” fa si che il giardino si distingua difficimente da un paesaggio reale. Il giardino giapponese è sempre un risultato di un intervento dell'uomo sulla natura, ma la sua artificialità è vista come una riproduzione artistica, che ripropone un dialogo intimo tra l'artista ed il mondo circostante
Mentre i giardini occidentali sono sempre strutturati secondo linee geometriche e basati nel modellare e riorganizzare la natura e lo spazio, i giardini orientali sono strutturati considerando l'uomo in rapporto armonico con la natura, credendo che egli potesse vivere pienamente solo in unione con i ritmi universali della natura stessa.
I principi fondamentali dell'arte nascosta sono codificati nel Sakuteiki “testo che insegna a costruire i giardini”. Nel testo viene sintetizzato il concetto di estetica. Gli elementi fondamentali per la comprensione dell'arte giapponese in generale, del giardino sono: vuoto - assenza - silenzio.
Lo spirito giapponese prima e dopo il buddhismo si fonda sullo shintoismo, religione animista che vede la natura pervarsa dagli dei, i “kami” che dimorano i particolari luoghi naturali: animali, piante, montagne, cascate, rocce, pietre ed alberi. Il punto di contatto dell'uomo con le divinità è il sacro recinto naturale, forma primordiale del giardino .
Elementi di base nella realizzazione di un giardino giapponese
ll giardino viene progettato cercando di ottenere alcuni particolari risultati. Particolare inportanza assurge il punto da cui vien visto dall'osservatore, facendo in modo che anche un piccolo giardino dia l’impressione di essere un bosco o una radura di grandi dimensioni. A tal uopo, in genere, si pongono a dimora alberi di media grandezza, in piccoli gruppi, ad imitare dei boschetti; si preparano, inoltre, dei vialetti e dei sentieri, in modo da indirizzare lo sguardo dell’osservatore verso i punti salienti del giardino.
Parimenti importante è la collocazione, nel giardino, "dell’acqua": ciò vien fatto, p.es., con un ruscello gorgogliante o un piccolo stagno, evitando però fontane o piscine dalle forme rigide e dall’aspetto eccessivamente artificiale. L'acqua può anche essere presente nel giardino giapponese semplicemente sotto forma di ghiaia, che verrà opportunamente movimentata con dei disegni ondeggianti realizzati con un semplice rastrello.
Ogni elemento deve ricreare l’armonia e l’equilibrio della natura: acqua, alberi e rocce vengono posizionati in maniera armonica, evitando di dare l’impressione di un luogo artefatto.
Parametri del giardino giapponese sono, quindi:
- Asimmetria: tutto ciò che è simmetrico è artificiale, creato dall’uomo; quindi, le forme di un giardino giapponese sono sempre asimmetriche sinuose e piacevoli;
- Disparità: per evitare la simmetria, gli elementi inseriti nel giardino vengono posti in numero dispari; in genere la figura a cui si tende è il triangolo;
- Contrasto: è fondamentale l’incontro tra elementi contrastanti; alti alberi vicino a bassi arbusti, le rocce vicino all’acqua, un piccolo canneto vicino al sentiero, ecc...;
- Natura: la natura deve essere il principio e la fonte di ispirazione fondamentale: nel piccolo spazio del giardino giapponese si deve cercare di riportare le sensazioni evocate dagli ampi orizzonti naturali.
Un piccolo abete sempre verde rappresenta "l'eternità". L'acero giapponese rappresenta la impermanenza delle cose perché in autunno perde le sue foglie.
Il giardino può essere formato da roccia e sabbia come luogo di meditazione, fino ad arrivare a giardini complessi composti da elementi botanici, con piante che fioriscono una per volta. Il giardino dev'essere osservato dalla casa, e non è luogo di incontro, ma fonte di riflessione. Le piante devono assumere delle forme "naturali" imposte dall'uomo (conifere sempre verdi, e a caducifoglie a crescita lenta).
Autore : Arch. Pojero Tullio
7: Il giardino Giapponese
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