• Non togliere i vestiti se incollati alla pelle per evitare l’aggravamento delle lesioni.
  • Coprire le lesioni con garza sterile
  • Dare da bere
  • Posizione anti-shock
  • Ospedalizzazione
Le Ferite all'addome




Manuale di Primo Soccorso
7: L'Apparato Tegumentario
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        La cute è costituita da uno strato superficiale epiteliale, l’epidermide e da uno strato profondo che comprende il derma ed il tessuto sottocutaneo.

        L’epidermide è costituita da 4 strati che sono, procedendo dal basso in alto:
  1. strato basale (è il livello in cui avviene la moltiplicazione delle cellule, le quali poi si spostano verso la superficie per sostituire le cellule morte che si sfaldano);
  2. strato granuloso;
  3. strato lucido;
  4. strato corneo (costituito da cellule inattive sul piano metabolico, cioè cellule morte destinate a sfaldarsi).
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        Il derma è costituito da fibre (collagene ed elastiche), alcuni tipi di cellule, vasi sanguigni, vasi linfatici e nervi.

        Il tessuto sottocutaneo è un tessuto connettivo specializzato nella formazione del grasso.
        Fanno parte dell’apparato tegumentario gli annessi cutanei, costituiti, principalmente, da: peli, ghiandole sebacee e ghiandole sudoripare. Le ghiandole sopra menzionate hanno sede nel derma.
        Il sebo, costituito da acidi grassi, secreto dalle ghiandole sebacee ed il sudore contribuiscono alla formazione del cosiddetto film idrolipidico che ha importanti funzioni
        La cute non è un semplice rivestimento ma presenta numerose funzioni quali:

  • Difesa dagli insulti meccanici grazie alla struttura caratteristica e alla presenza di fibre collagene ed elastiche che le conferiscono resistenza ed elasticità.
  • Difesa da agenti infettivi (batteri e funghi); questa funzione è dovuta all’acidità del film idrolipidico, per la presenza di acidi grassi, e al sudore, che creano un ambiente sfavorevole allo sviluppo di germi.
  • Azione di termoregolazione, cioè di regolazione della temperatura. Tale funzione viene svolta attraverso due meccanismi: uno che determina la dispersione del calore attraverso la sudorazione e l’altro che regola la dispersione del calore, aumentandola o riducendola, attraverso il fenomeno, rispettivamente, della vasodilatazione o della vasocostrizione, in altre parole, aumentando o diminuendo il calibro dei vasi sanguigni a seconda della temperatura esterna.
  • Azione tamponante, cioè di neutralizzazione delle soluzioni diluite di acidi o di alcali.
  • Azione di depurazione, attraverso una vera e propria funzione escretoria.
        La ferita è un’interruzione della continuità della cute che può interessare anche i piani profondi sottostanti. Sulla base della profondità della lesione e delle caratteristiche legate alla natura dell’agente lesivo le ferite vengono così classificate:
Le Ferite
  • Escoriazioni = lesioni superficiali da corpo tagliente;
  • Abrasioni = lesioni superficiali da corpo contundente irregolare, ruvido (spesso contengono all’interno piccoli corpi estranei che possono causare infezione);
  • Ferita da punta = ferita penetrante con foro di entrata piccolo e danno interno più o meno profondo (chiodo, pugnale, spina di rosa ecc.). Il rischio di infezione è molto alto dal momento che sporcizia e germi possono essere portati in profondità.
  • Ferita da arma da fuoco = tipo particolare di ferita da punta;
  • Ferita da taglio = tagli netti causati da un bordo affilato (lama, vetro rotto ecc.). Poiché i vasi sanguigni ai bordi della ferita sono tagliati di netto ci può essere abbondante emorragia. Le ferite da taglio ad un arto possono anche recidere strutture tendinee.
  • Lacere = a margini irregolari, prodotte da un urto o da una forza lacerante (es. un macchinario);
  • Lacero-contuse = margini irregolari e contusi. Possono sanguinare in modo meno abbondante rispetto alle ferite ma il danno e la contusione dei tessuti sono più gravi.
        La gravità della ferita si giudica sulla base dell’estensione e della profondità della ferita stessa e dell’eventuale presenza di corpi estranei. Sono, comunque, sempre gravi e necessitano di cure ospedaliere le ferite al viso, agli orifizi naturale del corpo, al torace e all’addome.

        Le complicanze delle ferite sono rappresentate dalle seguenti condizioni:
  1. Emorragie
  2. Shock
  3. Infezioni (compresa quella tetanica)
  4. Lesioni di organi interni
        Per quanto riguarda il trattamento è importante distinguere le grandi ferite dalle piccole ferite, in quanto, nel primo caso, il problema è rappresentato dal controllo dell’eventuale emorragia per il quale si rinvia al capitolo specifico.

        Per quanto riguarda il trattamento delle piccole ferite, sono necessarie le seguenti operazioni:
  • lavarsi bene le mani;
  • utilizzare i guanti monouso;
  • lavare la ferita con acqua e sapone (farla sanguinare sotto l’acqua corrente);
  • completare la pulizia con acqua ossigenata (che può essere usata anche dentro);
  • disinfezione dei margini (non alcool né tintura di iodio perché lesivi);
  • coprire con garza sterile fissata tutt’intorno da cerotto oppure protette da tubulare di rete;
  • non usare pomate o polveri cicatrizzanti o antibiotici;
  • lasciare la medicazione per un paio di giorni prima di toglierla.
        La guarigione delle ferite avviene quando si forma la crosta ed il tessuto di granulazione senza comparsa di sintomi di infezione.

        Si sottolinea l’importanza delle norme igieniche sopra indicate per evitare il rischio di infezione. Tutte le ferite aperte, infatti, possono essere contaminate da microrganismi presenti nell’oggetto che ha determinato la ferita, nell’aria o nelle dita. La ferita si infetta quando entrano germi e si riproducono; ciò si verifica soprattutto se residuano sporcizia o particelle di tessuto morto.
        I segni con cui l’infezione si manifesta sono: rossore, calore, tumefazione, pulsazioni, talvolta febbre.
        Si può avere formazione di pus (raccolta di globuli bianchi morti, di germi morti, di cellule sfaldate, di siero). Vi possono essere anche tumefazione e dolenzia in corrispondenza dei linfonodi satelliti (collo, ascella o inguine a seconda della sede della ferita). L’infezione più temibile è quella tetanica per la quale si rinvia al capitolo degli agenti biologici.

        In caso di ferita infetta è molto importante prevenire l’aggravarsi dell’infezione coprendo la ferita con una medicazione sterile; in questi casi si deve sempre consigliare visita medica.

        Una particolare attenzione va posta alle ferite del torace e a quelle dell’addome per le possibili e gravi complicanze.
Le Ferite al torace
        Una ferita che penetra nel torace può produrre una grave lesione interna agli organi contenuti nel torace stesso e può anche mettere in comunicazione l’esterno con il cavo pleurico portando alla complicanza del pneumotorace.

        In questi casi, pertanto, gli scopi da porsi sono: coprire la ferita con garza sterile; prevenire o ridurre al minimo lo shock ponendo il soggetto in posizione semiseduta se è cosciente, oppure in posizione laterale di sicurezza se è incosciente (ved. capitolo sulla "rianimazione"); il trasporto urgente in ospedale. È importante ricordare che i corpi estranei non vanno assolutamente rimossi.
        La gravità di una ferita addominale può manifestarsi con un’emorragia esterna, con una fuoriuscita del contenuto addominale o con un’emorragia interna. Il rischio di infezione è alto. Anche in questo caso non va mai tolto il corpo estraneo perforante né vanno effettuate manovre per far rientrare l’intestino fuoriuscito. L’infortunato va messo in posizione stesa con gambe flesse.
Le Emorragie
        Si è ritenuto opportuno l’inserimento di tale argomento in questo capitolo tenuto conto dello stretto rapporto con il problema delle ferite.
        Per emorragia si intende la fuoriuscita di sangue dal torrente circolatorio. La fuoriuscita del sangue può avvenire all’esterno del corpo attraverso una ferita (emorragie esterne) o all’interno (emorragie interne); si può anche verificare l’evenienza che il sangue si raccolga all’interno del corpo per poi fuoriuscire attraverso un orifizio naturale (emorragie esteriorizzate).

        Le emorragie esterne, a seconda del tipo di vaso sanguigno che è stato danneggiato si classificano in:
  • Emorragia arteriosa: il sangue è ben ossigenato e rosso vivo e, sotto la pressione della pompa cardiaca fuoriesce con forza dalla ferita a intermittenza. Un’arteria recisa può portare rapidamente a svuotamento del torrente circolatorio.
  • Emorragia venosa: il sangue è di colore rosso scuro o brunastro. La pressione è inferiore a quella del sangue arterioso ma, poiché la parete del vaso è elastica, il sangue può ristagnare all’interno.
  • Emorragia capillare: il sangue, di colore rosso vivo, stilla tutto intorno alla ferita. La perdita di sangue è in genere trascurabile. L’ecchimosi è l’emorragia capillare che si verifica all’interno dei tessuti, sotto la cute integra, per un trauma contusivo.
        I compiti del primo soccorritore sono:

  • controllare l’emorragia, senza estrarre mai eventuali corpi estranei;
  • prevenire lo shock;
  • ridurre al minimo il rischio di infezione;
  • organizzare il trasporto urgente in ospedale.
        In particolare il trattamento delle grandi ferite prevede:

Togliere o tagliare gli indumenti per scoprire la ferita;
Esercitare una pressione diretta con le dita, preferibilmente con garza sterile. Se non si può esercitare la pressione, per la presenza di un corpo estraneo, comprimere sui due lati della ferita;
Sollevare e sostenere l’arto ferito al di sopra del livello del cuore;
Se il sanguinamento è abbondante è utile far distendere la persona;
Eseguire il bendaggio della ferita lasciando sul posto la garza. Il bendaggio deve essere saldo ma non stretto in modo tale da bloccare la circolazione. Se c’è un corpo estraneo che sporge dalla ferita, sistemare due tamponi ai lati dell’oggetto fino ad un’altezza che permette di mettere la benda sopra il corpo estraneo senza comprimerlo;
Fissare e sostenere la parte ferita;
Chiamare l’ambulanza, assistendo la vittima per evitare lo shock.. Cercare di tranquillizzare l’infortunato; l’agitazione aumenta le pulsazioni del cuore e quindi l’emorragia;
Controllare la fasciatura per vedere se c’è infiltrazione (si può eventualmente aggiungere una fasciatura a quella preesistente) e controllare la circolazione al di là della fasciatura.
        Le emorragie arteriose, cioè quelle che interessano i vasi che portano il sangue dal cuore alla periferia, sono molto pericolose, potendo determinare gravissime emorragie. In questo caso non basta comprimere la ferita ma si deve comprimere tra il cuore e la ferita lungo il decorso dell’arteria principale. Il soccorritore deve mantenere la compressione fino al completamento dell’assistenza.
Le Emorragie gravissime (arteriose)
        È necessario, pertanto, tenere presente i punti di compressione a distanza (dei quali solo alcuni sono rappresentati nella figura qui sopra):

  1. Compressione della carotide (emorragia del collo). Si comprime la carotide a lato della trachea, al di sotto della ferita. La persona è semiseduta.
  2. Compressione della succlavia (emorragia della spalla e dell’arto superiore). Si infossa il pollice dall’alto in basso sulla “saliera”.
  3. Compressione dell’arteria ascellare (emorragia della parte alta del braccio). Si comprime nel cavo ascellare con i pollici affiancati e paralleli.
  4. Compressione dell’arteria femorale (emorragia dell’inguine o dell’arto inferiore). L’arteria femorale attraversa il bacino al centro della plica inguinale. Far sdraiare l’infortunato stando in ginocchio a fianco dello stesso; comprimere sulla plica inguinale con il pugno chiuso, premendo con tutto il peso del corpo.
È importante, inoltre, tenere presente che:

  • Nelle emorragie delle parti alte del corpo: è necessaria la posizione semiseduta;
  • Nelle emorragie delle parti basse del corpo: posizione orizzontale con gambe sollevate.
        Vi possono essere situazioni particolarmente gravi che richiedono l’utilizzo del laccio emostatico arterioso. È necessario, però, avere ben presenti le seguenti condizioni:

  • Meglio non farne facile uso perché rischioso
  • Va usato solo in casi estremi (arto amputato, frattura esposta con grave emorragia)
  • Si applica solamente al di sopra del gomito o  al di sopra del ginocchio
  • Scrivere in modo visibile: "soggetto portatore di laccio emostatico" e l'ora esatta in cui il laccio è stato applicato
  • ATTENZIONE: solo il medico deve togliere il laccio!
Le amputazioni di arti o di dita
        Sono situazioni gravissime nelle quali è necessario:

  • Arrestare l’emorragia:
            a) grosse amputazioni: laccio emostatico
            b) amputazione di dita: fasciatura compressiva
  • Disinfettare (non disinfettanti alcolici ma a base acquosa)
  • Mettere la parte amputata in un sacchetto di plastica pulito, ermeticamente chiuso e sistemato in un contenitore con il ghiaccio.
  • Trasportare al più presto in un centro di chirurgia.
Le Emorragie interne
        Sono determinate da lesione dei vasi senza lesioni di continuo della cute, con conseguente raccolta di sangue all’interno del corpo. Si possono verificare due situazioni:
  • Ematoma: raccolta di sangue nei tessuti molli. In questo caso usare il ghiaccio nelle prime 12-24 ore per non far aumentare il versamento.
  • Perdita di sangue in una cavità: trauma (es. rottura milza, reni); patologie (es. ulcera gastrica perforata).

        Come si sospetta un’emorragia interna in assenza di fuoriuscita di sangue? Sulla base della presenza dei seguenti sintomi dello stato di shock:
  • pallore estremo (ma cianosi delle estremità e delle labbra)
  • cute fredda e umida
  • brividi, tremori
  • polso piccolo e frequente
  • respiro rapido e superficiale
  • agitazione e poi sonnolenza
  • evoluzione verso il coma e l’arresto cardiaco
        Il Primo Soccorso consiste nel mettere l’infortunato in posizione anti-shock e coprirlo, senza, però, usare borse calde, in quanto un’eccessiva vasodilatazione potrebbe essere controproducente, accentuando l’abbassamento della pressione. Non bisogna somministrare caffè, alcoolici e stimolanti del cuore poiché l’aumentata frequenza cardiaca (caffè e stimolanti) o la vasodilatazione (alcool) aumentano la perdita di sangue. È, comunque, importante, l’ospedalizzazione immediata.
Le Emorragie esteriorizzate
        Si verificano quando, a seguito della lesione di un vaso senza interruzioni di continuo della cute, il sangue si raccoglie all’interno del corpo per poi fuoriuscire attraverso i suoi orifizi naturali che sono:
L'orecchio
(otorragia)
Il naso
La bocca
Bisogna muovere l’infortunato il meno possibile.
Posizione laterale sul lato che sanguina.
Non tamponare poiché la compressione può aggravare il danno dei tessuti.
Si puo' trattare di due situazioni:
  • Rinorragia dopo trauma cranico: ghiaccio; non tamponare.
  • Epistassi: testa inclinata in avanti; comprimere la narice che sanguina; impacchi freddi su naso e fronte; eventuale batuffolo di cotone con acqua ossigenata (non tampone emostatico).
In questo caso il sangue può provenire
  • dalla bocca (estrazione dentaria): tamponcino e ghiaccio.
  • dalle vie respiratorie (traumi o patologie):
                paziente cosciente: posizione semiseduta
                paziente incosciente: posizione laterale di sicurezza
  • dall’apparato digerente: posizione laterale di sicurezza; borsa del ghiaccio.
L'intestino
Le vie urinarie
Metrorragia
(traumi o patologie): posizione orizzontale con gambe sollevate.
(traumi o patologie): posizione orizzontale con gambe sollevate.
Apparato genitale femminile (metrorragia): posizione orizzontale con gambe sollevate.
Le Ustioni
        Si tratta di lesioni della pelle dovute a:

  • agenti fisici :      raggi (solari, ultravioletti, fonti radioattive)
                                        elettricità (corrente a basso voltaggio, ad alto voltaggio, fulmini)
                                        calore (fuoco, vapore, olio bollente etc.)
  • agenti chimici : acidi e basi forti (soda caustica, candeggina etc.)

        La gravità dell’ustione si valuta in base a:

  • natura dell’agente causale;
  • profondità;
  • estensione.
Classificazione delle Ustioni
   I° Grado
Interessano solo lo strato superficiale della cute
Sintomi: rossore (eritema) - gonfiore (edema) - dolenzia
   II° Grado
Danno più profondo con formazione di vescicole piene di liquido: flittene. La gravità dipende dall’estensione e dalla conseguente perdita di liquidi
   III° Grado
Morte dei tessuti.
Tutti gli strati della pelle sono stati danneggiati.
Il danno si può estendere anche a nervi e muscoli.
La pelle può essere pallida o nerastra
Esige sempre cure mediche anche se di piccole dimensioni
Primo Soccorso delle Ustioni
   I° Grado
  • È necessario raffreddare la parte ustionata con impacchi di acqua fredda.
  • Somministrare antipiretico in caso di febbre.
   II° Grado
  • Immergere la parte in acqua fredda e dare da bere per riequilibrare la perdita di liquidi.
  • Medicare con garza sterile.
  • Se la bolla si rompe è necessario procedere alla medicazione come per le ferite.
  • Usare tubulare di rete per mantenere aerata la lesione
  • In ogni caso, poiché le ustioni di II grado sono molto suscettibili alle infezioni:
            NON toccare la parte lesa
            NON rompere le vescicole
            NON mettere lozioni, unguenti o grassi sulle ferite
   III° Grado
        Innanzitutto, bisogna tenere presente che le ustioni di dimensioni superiori ad una moneta devono essere curate in un Pronto Soccorso Ospedaliero.
Le punture di Insetti
        Le punture di api, vespe e calabroni sono, di solito, più dolorose ed allarmanti che pericolose. Alcune persone, tuttavia, sono allergiche a questi veleni e possono sviluppare una grave reazione che è lo shock anafilattico. Molti insetti introducono nella pelle un pungiglione altri il loro siero.
Cosa fare come primo soccorso

        Si può provare ad estrarre il pungiglione con pinzette disinfettate, senza premere e senza insistere.

        Bisogna tenere presente che sono elementi pericolosi:
  • il numero elevato di punture
  • il luogo della puntura (faccia, lingua e gola per il rischio di edema della glottide, occhio)
  • sensibilità individuale accentuata (bambino, soggetto allergico)

        In caso di shock o di edema della glottide portare d’urgenza in un centro di rianimazione.

fonte: INAIL
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