Manuale di Primo Soccorso
10: Gli organi senso: l'Occhio e l'Orecchio
Il sistema nervoso nella parte più periferica si specializza in recettori, strutture che hanno il compito di percepire impulsi sensitivi dal mondo esterno. Cinque di queste unità sono talmente peculiari e complesse da meritare la denominazione di organi di senso: ci riferiamo al gusto, l’olfatto, il tatto, la vista, l’udito.
Essi costituiscono la via d’ingresso di numerosi stimoli sensoriali, che vengono elaborati dall’encefalo in zone specializzate per il loro riconoscimento.
Questi “messaggi” descrivono il mondo esterno, ci mettono in rapporto con ciò che ci circonda e permettono di cogliere variazioni significative per la nostra vita: basta pensare all’armonia di un brano musicale, alla bellezza di un paesaggio, alla dolcezza di una carezza.
Se volessimo distinguere livelli di evoluzione negli organi di senso potremo dire che il gusto, l’olfatto ed il tatto sono legati alla parte più primordiale del nostro cervello: essi rappresentano il modo più antico di relazionarci al mondo esterno, mentre la vista e l’udito costituiscono qualcosa di più complesso e raffinato, che non è presente nelle specie più semplici e più primitive.
Per le altre schede, clicca sui seguenti pulsanti numerati
Gli organi di senso sono recettori con reazioni precise ed univoche, tali reazioni hanno tutte come risultato quello di generare impulsi nervosi che tramite i nervi sensitivi giungono al cervello:
- le papille gustative, situate sulla superficie della lingua, e le terminazioni olfattive, presenti nella zona più alta ed interna del naso,vengono sollecitate da particelle chimiche presenti nel cibo e nell’aria;
- la sensazione tattile nasce dalla stimolazione pressoria o termica delle terminazioni presenti su tutto il corpo;
- la vista è possibile perchè la retina assorbe l’energia luminosa;
- l’udito perché l’orecchio trasforma l’energia meccanica dell’onda sonora in impulso elettrico.
Strutture così particolari e precise possono presentare alterazioni per cui è necessario intervenire d’urgenza, in particolare tratteremo di affezioni che interessano l’occhio e l’orecchio perché di più frequente riscontro.
L’occhio è l’organo che raccoglie le informazioni di ciò che ci circonda e le invia all’encefalo, regione occipitale, dove vengono elaborate in immagini. È costituito da una sfera detta globo oculare collocata nella cavità orbitaria del cranio.
La parte anteriore, chiaramente visibile dall’esterno, è costituita dalla palpebra, la congiuntiva, la sclera, la cornea, l’iride e la pupilla. Le strutture più interne sono rappresentate dall’umor vitreo, la retina, i vasi retinici, la papilla ottica.
Il globo oculare è mantenuto in sede dalla muscolatura, la quale permette anche il movimento degli occhi. Il coordinamento bilaterale delle escursioni permette la corretta percezione dell’immagine.
La cornea ed il cristallino rifrangono la luce ed ogni punto luminoso di un oggetto viene impresso sulla retina, ove si forma un’immagine capovolta e più piccola. Dalla retina l’informazione viene trasmessa tramite il nervo ottico alla corteccia cerebrale per il riconoscimento e l’ elaborazione dell’immagine
Le strutture anatomiche dell’occhio possono presentare alterazioni tali da richiedere un intervento di primo soccorso. In particolare i traumi accidentali, la penetrazione di corpi estranei e le ustioni rappresentano le tipologie più ricorrenti.
Nel caso dei traumi accidentali molto dipende dall’entità dell’azione lesiva, in quanto in traumi lievi possono essere interessate solo le unità più esterne (palpebra, congiuntiva) o anche quelle deputate alla funzione visiva (cornea, cristallino ecc.). In caso di traumi profondi e di notevole forza si può giungere alla lacerazione delle strutture oculari e alla rottura (frattura) anche della parete ossea.
Traumi di notevole entità che interessano la regione orbitaria devono essere considerati come traumi cranici e pertanto vanno adottate tutte le misura riportate in tale paragrafo.
Brevemente ricordiamo di verificare sempre la presenza dei parametri vitali, porre ghiaccio nella regione contusa, tamponare eventuali ferite e, infine, rivolgersi sempre ad un centro specializzato.
La penetrazione di un corpo estraneo nell’occhio è un evento comune, basta pensaread una piccola scheggia di legno o della fuliggine, che facilmente possono raggiungere la congiuntiva.
Il soggetto avverte vivo dolore all’occhio interessato, seguito da arrossamento, lacrimazione, ipersensibilità alla luce, impossibilità alla visione.
Sotto lo stimolo del bruciore l’infortunato cerca di rimuovere il corpo estraneo strofinandosi l’occhio anche con una certa intensità. Ciò può determinare una penetrazione del materiale in profondità con lesioni ben più gravi del previsto. A volte si può giungere a brusco rallentamento della frequenza cardiaca in seguito a riflessi nervosi a partenza dall’occhio leso (stimolazione del parasimpatico).
La prima cosa da fare è, quindi, il non permettere alla persona di strofinarsi, non tentare l’apertura delle palpebre se questa manovra non risulta facile, non cercare di rimuovere l’oggetto (anche le lenti a contatto!!!).
Se l’oggetto si sposta liberamente nell’occhio, bisogna asportarlo con adeguato lavaggio oculare.
Già la lacrimazione è un lavaggio naturale, ma, nel caso non bastasse, bisogna:
- mettere a riposo l’occhio sano coprendolo con un fazzoletto pulito o delle garze;
- aprire bene l’occhio leso e versare per 10/15 minuti acqua tiepida dall’angolo interno (regione nasale) all’angolo esterno in modo che defluisca dall’occhio dopo averlo deterso per intero.
Se l’operazione non ha esito coprite entrambi gli occhi e rivolgetevi ad un centro specializzato.
La copertura degli occhi deve essere bilaterale per mettere veramente a riposo l’organo colpito, in quanto, in virtù del coordinamento nervoso esistente tra le due strutture, ogni riflesso allo stimolo luminoso generato in un occhio è consensuale anche nell’altro. Ricordare, infine, che le bende devono essere solo appoggiate e tenute con cerotto di carta, evitando ulteriori pressioni o strofinamenti.
Nel caso di ustioni oculari, imputabili all’azione di sorgenti di calore o anche a sostanze chimiche (acidi o basi forti), il dolore avvertito dal soggetto è insostenibile.
Può esserci lacrimazione imponente e chiusura serrata dell’occhio. In questi casi non bisogna mai tentare di forzare la chiusura, ma è necessario bendare entrambi gli occhi e rivolgersi con urgenza ad un centro specializzato. Può essere utile portare con sé la sostanza che ha colpito l’occhio per facilitare eventuali provvedimenti terapeutici.
Se l’uomo riesce ad udire i suoni e a stare in equilibrio è grazie alle strutture del sistema nervoso periferico (recettori) presenti nell’orecchio.
Questo è un organo di senso complesso, costituito da tre parti:
- le strutture esterne (orecchio esterno), formate da padiglione auricolare, condotto uditivo esterno e timpano;
- l’orecchio medio, ove è collocata la catena degli ossicini, (staffa, incudine e martello);
- l’orecchio interno, posto nelle strutture ossee della base del cranio (rocca petrosa),ove è possibile identificare la coclea, i canali semicircolari, il vestibolo ed il nervoacustico.
L’onda sonora viene condotta attraverso le strutture dell’orecchio esterno sino alla membrana timpanica.
Questa, sollecitata dall’energia meccanica, entra in vibrazione, trascinando nel suo movimento la catena ossiculare. Le tre piccole formazioni ossee svolgono la funzione di leve che trasmettono sulle strutture dell’orecchio interno, amplificandola, l’energia meccanica generata dall’onda sonora; in particolare viene messo in movimento il liquido presente all’interno della coclea.
Tale spostamento coinvolge i prolungamenti della membrana citoplasmatica (ciglia) delle cellule del Corti, recettori specializzati nel percepire la vibrazione e trasformarla in impulso nervoso.
Il nervo acustico trasmette il messaggio a livello della corteccia cerebrale nell’area temporale, zona ove avviene l’identificazione e l’elaborazione dei suoni. Nell’orecchio interno sono collocati anche i canali semicircolari ed il vestibolo, strutture che ci permettono di mantenere l’equilibrio, grazie alla loro capacità di percepire la posizione del nostro corpo nello spazio. Gli impulsi nervosi generati da questi recettori giungono al cervelletto tramite rami del nervo acustico.
Anche nel caso dell’organo dell’udito i traumi accidentali rappresentano in ordine di frequenza la causa più diffusa di richiesta di pronto soccorso.
Se la forza contusiva agisce con una certa intensità, il quadro patologico può rientrare nella sindrome ben più ampia del trauma cranico e vanno eseguite tutte le manovre previste per tali lesioni. La sintomatologia si differenzia a secondo dell’intensità del trauma. Il soggetto può presentare dolore nella sede del trauma, vertigini, deficit dell’udito, perdita di sangue.
Ricordiamo che nelle fratture della base del cranio, consequenziali ad azioni contusive di notevole forza, si può determinare la rottura della rocca petrosa (una delle strutture ossee più resistenti del corpo umano!!!) con fuoriuscita di sangue dal condotto uditivo esterno.
La presenza di un’otorragia deve sempre far pensare a qualcosa di estremamente grave. In questi casi controllare lo stato di coscienza del soggetto e i parametri vitali. In assenza di questi ultimi bisogna rischiare la rianimazione (respirazione bocca/bocca, massaggio cardiaco) muovendo il meno possibile l’infortunato. Non cercare di fermare l’otorragia (si faciliterebbe la formazione di una raccolta di sangue all’interno della teca cranica con conseguenze ben più gravi!!!). È necessario chiamare al più presto il 118, specificando le condizioni del soggetto con particolare riferimento allo stato di coscienza, battito cardiaco, respiro.
Traumi più lievi possono interessare le strutture esterne dell’orecchio, concretizzando così quadri di contusioni, escoriazioni o ferite, più o meno profonde. In tali evenienze, verificare sempre lo stato di coscienza del soggetto, tamponare eventuali ferite e porre del ghiaccio nella sede della lesione. È sempre opportuno consultare un medico per lesioni di una certa entità.
In caso di penetrazione di corpi estranei nel condotto uditivo esterno è bene non cercare di estrarre l’oggetto, è necessario che tale operazione sia effettuata in ambiente specializzato: manovre non idonee potrebbero determinare lacerazioni timpaniche!!!
fonte: INAIL